Francamente, raccontare mi sembra l’unico gioco
che valga la pena di giocare (F. Fellini)
Chissà come avrebbe reagito Federico Fellini se gli avessero detto che il suo centenario sarebbe coinciso con una pandemia…Forse avrebbe pensato che questa nostra società, sguaiata e narcisistica, un po’ se l’era meritato; o magari, lui che aveva trascorso gli ultimi anni tanto celebrato quanto sempre più mal sopportato dai produttori, avrebbe riso sornione di fronte all’agitazione del gran circo dello spettacolo alle prese con chiusure e cancellazioni. Di certo tale coincidenza non avrebbe lasciato indifferente il Maestro, attratto dai mondi dell’occultismo e dello spiritismo e così attento al significato profondo di numeri e sincronicità.
Tra le iniziative per festeggiare i 100 del regista, nato a Rimini il 20 gennaio 1920, c’è stata anche la giornata che l’Istituto di studi italiani dell’Università della Svizzera italiana ha dedicato al tema “Il cinema di Federico Fellini e la letteratura”, e di cui Quodlibet ha pubblicato gli atti con il titolo Nulla si sa, tutto si immagina.
Continua a leggere su Nazione Indiana.
0 commenti